6.1.10
27.3.07
Trubbiani Valeriano - Signum Crucis
COMUNICATO STAMPA
SIGNUM CRUCIS DI VALERIANO TRUBBIANI
“Amorosa erranza” tra mistero e bellezza
Eccezionale evento artistico alla Quadreria Blarasin di Macerata.
Sabato 31 marzo (ore 17,30) sarà presentata la Croce astile ostensiva che lo scultore Valeriano Trubbiani ha realizzato nel 1999 per il millenario della Cattedrale di San Ciriaco. E’ la prima volta che l’opera, benedetta da Papa Giovanni Paolo II, esce dal Duomo di Ancona e si fa pellegrina tra la gente, portando un messaggio di pace e di rinascita. La Croce, plasmata tutta in metalli preziosi (argento, oro, acciaio) è una “sacra rappresentazione” o “una sacra conversazione”, come la definisce l’autore, che in forma scenografica accorpa la verità assoluta: il Dio Padre inciso entro un triangolo, lo Spirito Santo illuminato da un cristallo rosso e il Cristo in croce posto al centro di un cerchio patinato che avvolge il simbolo alto della cristianità. Ai piedi della croce, sopra una piattaforma circolare, è posto un piccolo nido di uccellini con delle uova in procinto di dischiudersi. Nella parte inferiore figurano i santi protettori dell’arcidiocesi di Ancona (Ciriaco) e Osimo (Lepardo). Il corpo del Cristo proietta dietro il fronte la sua ombra scolpita in una congiunzione ideale con la terra da cui l’Adam biblico ha tratto la sostanza dell’essere. E’ un’immagine inquieta e spiazzante, dai contorni sfrangiati e acuminati, da cui sembra elevarsi un monito forte, un urlo cosmico più lacerante di quello di Abele.
La Croce di Trubbiani è un limpido esempio di scultura altomedievale, un’opera di valore simbolico e liturgico che indica l’appartenenza alla comunità cristiana. L’artista, sensibile e intuitivo, offre una soluzione plastica nuova e originale che tiene conto della verità evangelica e della vicenda umana. Dovendo affrontare un tema più elevato dell’avventura, del viaggio e delle peregrinazioni che da anni costituisce il nucleo del suo lavoro limpidamente trascritto in “Racconti di mare/Racconti di terra”, a contatto con la Croce Trubbiani scruta la profondità dell’essere, declina le sonorità dell’anima, carpisce il mistero della fede (Dio incarnato) con l’inventiva del costruttore di morfologie plastiche, il trasporto mistico dell’asceta, la sapienza del faber nobilis che vive nella dimensione di una novella creazione. E lui, “il più favoloso favolista”, come lo ha definito Pierre Restany in Oficina Mundi, colui che più di ogni altro sviluppa per cicli tematici l’universo visionario e immaginifico di “presunte realtà”, che affida al mondo degli animali i timori e le speranze dell’umanità (vedi Mater Amabilis, Insula felix, Transito in adriatico e le infinite visualizzazioni grafiche), trasfonde nel gesto plastico il travaglio dell’umanità e la luce della trascendenza in una sintesi morfologica di fulgida rivelazione.
La mostra “Signum Crucis di Valeriano Trubbiani” è una sorta di “amorosa erranza” dantesca tra mistero e bellezza. Il prodigioso operare dell’artista trasforma la parola in segno, il logos in luce, il Verbo in forma. L’immagine della Croce diventa l’espressione visibile della verità, il simbolo tangibile dell’amore e della redenzione. Nella scultura trubbianea il Christus patiens (dolore umano) e il Christus triumphans (gaudio eterno) vibrano e palpitano all’unisono del canto salvifico e liberatorio del divino che dopo secoli di peregrinazioni ritrova e accoglie nel suo grembo la creatura più cosciente ed alta uscita dall’opera delle sue mani.
L’esposizione è arricchita da undici disegni preparatori della Croce astile realizzata per “Ecclesia Cathedralis Millenarium MCMXCIX, Ancona) e da altre significative opere, compresi la scultura “Jesus Christus Resurgit” (1998) e ulteriori, raffinati disegni. Accompagna la mostra (visite fino al 21 aprile, info 0733.262026) un elegante catalogo con tavole a colori, una profonda riflessione di Mons. Loris Francesco Capovilla, arcivescovo di Mesembria, il saggio critico di Alvaro Valentini, uno scritto di Paolo Biagetti e la poesia di Goffredo Binni con il Venerdì Santo di Maria Luisa Spaziani.
C’è grande attesa per questa mostra come per il passaggio profetico di una cometa.
con il patrocinio
REGIONE MARCHE – PROVINCIA DI MACERATA – COMUNE DI MACERATA
Orari di apertura Mostra: lunedì 15.30 - 20, da martedì a domenica 9-13 / 15.30-20.
SIGNUM CRUCIS DI VALERIANO TRUBBIANI
“Amorosa erranza” tra mistero e bellezza
Eccezionale evento artistico alla Quadreria Blarasin di Macerata.
Sabato 31 marzo (ore 17,30) sarà presentata la Croce astile ostensiva che lo scultore Valeriano Trubbiani ha realizzato nel 1999 per il millenario della Cattedrale di San Ciriaco. E’ la prima volta che l’opera, benedetta da Papa Giovanni Paolo II, esce dal Duomo di Ancona e si fa pellegrina tra la gente, portando un messaggio di pace e di rinascita. La Croce, plasmata tutta in metalli preziosi (argento, oro, acciaio) è una “sacra rappresentazione” o “una sacra conversazione”, come la definisce l’autore, che in forma scenografica accorpa la verità assoluta: il Dio Padre inciso entro un triangolo, lo Spirito Santo illuminato da un cristallo rosso e il Cristo in croce posto al centro di un cerchio patinato che avvolge il simbolo alto della cristianità. Ai piedi della croce, sopra una piattaforma circolare, è posto un piccolo nido di uccellini con delle uova in procinto di dischiudersi. Nella parte inferiore figurano i santi protettori dell’arcidiocesi di Ancona (Ciriaco) e Osimo (Lepardo). Il corpo del Cristo proietta dietro il fronte la sua ombra scolpita in una congiunzione ideale con la terra da cui l’Adam biblico ha tratto la sostanza dell’essere. E’ un’immagine inquieta e spiazzante, dai contorni sfrangiati e acuminati, da cui sembra elevarsi un monito forte, un urlo cosmico più lacerante di quello di Abele.
La Croce di Trubbiani è un limpido esempio di scultura altomedievale, un’opera di valore simbolico e liturgico che indica l’appartenenza alla comunità cristiana. L’artista, sensibile e intuitivo, offre una soluzione plastica nuova e originale che tiene conto della verità evangelica e della vicenda umana. Dovendo affrontare un tema più elevato dell’avventura, del viaggio e delle peregrinazioni che da anni costituisce il nucleo del suo lavoro limpidamente trascritto in “Racconti di mare/Racconti di terra”, a contatto con la Croce Trubbiani scruta la profondità dell’essere, declina le sonorità dell’anima, carpisce il mistero della fede (Dio incarnato) con l’inventiva del costruttore di morfologie plastiche, il trasporto mistico dell’asceta, la sapienza del faber nobilis che vive nella dimensione di una novella creazione. E lui, “il più favoloso favolista”, come lo ha definito Pierre Restany in Oficina Mundi, colui che più di ogni altro sviluppa per cicli tematici l’universo visionario e immaginifico di “presunte realtà”, che affida al mondo degli animali i timori e le speranze dell’umanità (vedi Mater Amabilis, Insula felix, Transito in adriatico e le infinite visualizzazioni grafiche), trasfonde nel gesto plastico il travaglio dell’umanità e la luce della trascendenza in una sintesi morfologica di fulgida rivelazione.
La mostra “Signum Crucis di Valeriano Trubbiani” è una sorta di “amorosa erranza” dantesca tra mistero e bellezza. Il prodigioso operare dell’artista trasforma la parola in segno, il logos in luce, il Verbo in forma. L’immagine della Croce diventa l’espressione visibile della verità, il simbolo tangibile dell’amore e della redenzione. Nella scultura trubbianea il Christus patiens (dolore umano) e il Christus triumphans (gaudio eterno) vibrano e palpitano all’unisono del canto salvifico e liberatorio del divino che dopo secoli di peregrinazioni ritrova e accoglie nel suo grembo la creatura più cosciente ed alta uscita dall’opera delle sue mani.
L’esposizione è arricchita da undici disegni preparatori della Croce astile realizzata per “Ecclesia Cathedralis Millenarium MCMXCIX, Ancona) e da altre significative opere, compresi la scultura “Jesus Christus Resurgit” (1998) e ulteriori, raffinati disegni. Accompagna la mostra (visite fino al 21 aprile, info 0733.262026) un elegante catalogo con tavole a colori, una profonda riflessione di Mons. Loris Francesco Capovilla, arcivescovo di Mesembria, il saggio critico di Alvaro Valentini, uno scritto di Paolo Biagetti e la poesia di Goffredo Binni con il Venerdì Santo di Maria Luisa Spaziani.
C’è grande attesa per questa mostra come per il passaggio profetico di una cometa.
con il patrocinio
REGIONE MARCHE – PROVINCIA DI MACERATA – COMUNE DI MACERATA
Orari di apertura Mostra: lunedì 15.30 - 20, da martedì a domenica 9-13 / 15.30-20.
17.2.06
Cultura.Marche.it: Tullio Crali alla Quadreria Blarasin
MACERATA - "Tullio Crali aeropittore futurista"
Una retrospettiva presentata in prima assoluta.
La Quadreria Blarasin di Macerata ha presentato, lo scorso 30 ottobre in prima assoluta per le Marche, la retrospettiva di Tullio Crali (Igalo, Dalmazia, 1910 – Milano 2000) uno dei protagonisti del secondo futurismo ed interprete dell’aeropittura futurista. L’esposizione consta di 43 opere scelte realizzate tra il 1929 ed il 1991, tra le quali figurano oli, tempere, litografie, disegni a matita e pastelli, che ripercorrono l’iter corposo di un’artista eclettico che ha saputo misurarsi ad alti livelli su più campi artistici.
Link: Cultura.Marche.it